“Dai pazienti di Senologia di Ortona ci arriva un nuovo grido di allarme per la situazione che vive il centro, su cui la Regione e la Asl2 investono solo a parole e non con i fatti, costringendo i medici e gli operatori a fare salti mortali per tenere alta la qualità e la storia del reparto”, Lo affermano il capogruppo Pd Silvio Paolucci e il consigliere Antonio Blasioli.
“Una situazione che la Regione deve prendere in carico, quella della Senologia del Bernabeo – proseguono i Consiglieri - I servizi non possono diventare ambulatori senza posti letto e senza sala operatoria e con un solo ecografo funzionante su tre, come sta accadendo, sopperito solo dagli sforzi del personale e dei responsabili. La Regione deve sostenerli e non lasciarli da soli a combattere contro vicissitudini che un centro così importante e rilevante per la nostra sanità non può e non deve avere. Disattenzioni che la Regione non può permettersi, come la vacatio sulla chirurgia ricostruttiva, il cui rischio avevamo anticipato con una specifica interpellanza, perché è una delle attività del reparto più strategiche con la diagnostica. Una situazione attribuibile esclusivamente alla gestione del Governo regionale di centrodestra e a una superficialità grave della Asl 2, che lasciano senza assistenza e risposta proprio i malati più vulnerabili, come dimostra anche il reiterato e annoso malfunzionamento della Pet tac all’ospedale di Chieti".
"La Regione si svegli, - continuano gli esponenti regionali del Pd - come minoranza abbiamo fatto di tutto per scuotere l’esecutivo dall’inerzia: lettere, solleciti, visite ispettive, interpellanze, mozioni. Tutto inutile, vero è che in tre anni di governo dell’Abruzzo non sono stati capaci nemmeno di rendere esecutivo un piano sanitario e la relativa programmazione, nonché la rete ospedaliera. Noi a Ortona abbiamo lasciato una struttura viva, di eccellenza come polo oncologico, con senologia, ginecologia oncologica, a cui si aggiungeva il settore della senologia ricostruttiva e degli screening preventivi; una chirurgia con indirizzo oncologico; con un ambulatorio di Medicina Integrata ed Attività Motoria Adattata in oncologia per affrontare aspetti come la nutrizione e il dolore, capace di affiancare le cure convenzionali, quali chemioterapia, chirurgia e radioterapia, terapie “complementari” che durante i trattamenti favoriscono il recupero della paziente, migliorando la performance fisica e la capacità di guarigione; dedicandoci anche al welfare, specie per le donne che entrano in contatto con quel presidio. Una struttura capace di coltivare le sue chiare vocazioni e che grazie all’eroico impegno dei medici di questo delicatissimo fronte, sta facendo di tutto per compensare, con la volontà e la dedizione, i vuoti causati dall’assenza di una gestione regionale e sanitaria davvero all’altezza della situazione e anche per cercare di frenare una migrazione che diventa di mese in mese più preoccupante” concludono Paolucci e Blasioli.