“Se c’è un’immagine che stringe il cuore, riferita al disastro causato dal Coronavirus, è quella di carrozzelle e letti lasciati vuoti dalle migliaia di anziani deceduti. La strage silenziosa, è stata definita, che si è consumata nelle abitazioni e negli istituti dove erano ricoverati. Le cronache di queste settimane ci hanno consegnato numeri, dietro i quali c’erano nonni, padri, madri, uomini e donne, volti a cui associare sentimenti e storie umane, che specie in vista della “fase 2” occorre richiamare alla mente. Si tratta di persone che hanno sofferto anche la solitudine, nell’impossibilità di incontrare le persone care, una rinuncia che spesso non è bastata a salvare loro la vita." Sono le parole del direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti Thomas Schael, che è intervenuto in relazione all'importante progetto avviato dalla Asl volto a prevenire un nuovo diffondersi del Covid-19 nelle 96 strutture sociosanitarie residenziali pubbliche e private della provincia di Chieti. Progetto che prevede controlli e tamponi per le 2.562 persone assistite e per i 2.277 operatori che le assistono. “Se c’è un’immagine che stringe il cuore, riferita al disastro causato dal Coronavirus, è quella di carrozzelle e letti lasciati vuoti dalle migliaia di anziani deceduti. - scrive Schael - L’esplosione della pandemia, violenta nella portata e nelle conseguenze, è stata affrontata in “modalità emergenza”, e non poteva essere diversamente, vista la necessità di intervenire a contagio avvenuto, e di estendere oltre misura il numero di posti letto. Ma ora il nostro impegno si sposta sul territorio, perché è lì che va aggredito il contagio, attraverso un’indagine capillare e un monitoraggio costante che parta proprio dai luoghi più a rischio, nei quali possono verificarsi focolai che vogliamo a tutti i costi prevenire. La nostra Asl - dice il manager - segue da tempo e con particolare attenzione i soggetti fragili, attraverso progetti di medicina di iniziativa che rappresentano un unicum in questa regione, ispirati a un principio semplice: giochiamo d’anticipo, e li prendiamo in carico per seguirne le patologie ed evitare che vadano ad aggravarsi. La stessa sensibilità verso questa categoria ci spinge oggi a privilegiarla mettendola al primo posto nell’indagine epidemiologica, con lo stesso criterio: identificare subito possibili casi di positività per interrompere la catena del contagio e preservare il maggior numero possibile di anziani. Rappresentano una generazione che ha fatto e vissuto la guerra, ma di forte tempra, abituata a resistere, e così sarà anche in questa circostanza. A compensare la fragilità dell’età, ci pensiamo noi. Mi piace richiamare, in proposito, la bella metafora proposta, nelle scorse settimane, da un’operatrice di una casa di riposo di Saronno, che paragonava la struttura a una cristalleria, dove in molte case si conserva il servizio buono, dicendo: stiamo cercando con fatica di salvare tutti i bicchieri. Ecco, noi desideriamo fare lo stesso con i nostri anziani, patrimonio di memoria che merita rispetto e cura”.