Sul posto gli operatori di Volante prendevano contatti con il titolare dell’esercizio, il quale riferiva che, mentre stava chiudendo l’attività per fine serata, si era presentato un gruppo di sette od otto giovani, appartenenti a famiglie pescaresi conosciute per la loro origine rom, che pretendevano di entrare per bere qualcosa. Al diniego del personale dipendente e di quello addetto alla sicurezza, cercavano di ottenere spiegazioni sul perché non potessero entrare; veniva loro detto che il locale era in fase di chiusura ma, alla luce dell’insistenza dei giovani, peraltro visibilmente ebbri, il titolare acconsentiva a che accedessero. Mentre si accingevano a fare ingresso nel locale, improvvisamente alcuni di loro aggredivano uno degli addetti alla sicurezza, colpendolo con calci e pugni. Quest’ultimo, a seguito dei colpi subiti, cadeva a terra sanguinante, mentre gli aggressori continuavano ad attingerlo con violenza. Nella circostanza veniva percosso anche un altro addetto alla vigilanza del locale. Uno dei due feriti, che in un primo momento rifiutava il trasporto in ospedale, il giorno succesivo si recava presso il locale Pronto Soccorso, ove veniva medicato e dimesso con una prognosi di 30 giorni s.c. Successivamente il predetto era costretto a ricorrere ad intervento chirurgico per la riduzione di una frattura ad un dito, con conseguente allungamento dei tempi necessari alla guarigione. Nell’ambito delle indagini immediatamente avviate dalla Squadra Mobile della Questura di Pescara venivano acquisite le immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza del locale ed altresì acquisite dichiarazioni dai testimoni, a cui i poliziotti mostravano le foto di alcuni sospettati. Sulla scorta di tale attività venivano individuati nei nominati in oggetto gli autori del pestaggio, tutti ex pugili ed ex tesserati alla Federazione Pugilistica Italiana, che venivano denunciati alla locale Procura della Repubblica. Il Sostituto Procuratore della Repubblica, dr. Andrea Papalia, titolare delle indagini, alla luce degli elementi di prova acquisiti dalla Squadra Mobile, chiedeva per tutti e quattro gli indagati l’adozione di misure cautelari che il G.I.P., dr. Nicola Colantonio, ritenendo la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza in ordine al concorso nel delitto di lesioni volontarie aggravate e del pericolo di reiterazione del reato, disponeva con propria ordinanza: misura della custodia cautelare in carcere ni confronti di D.R.N., 30 anni, pescarese con precedenti in tema di armi, rapina, lesioni e contro il patrimonio; di S.A., 37 anni, pescarese, con precedenti in tema di droga, usura ed estorsione e di S.A., 33 anni, pescarese, con precedenti in tema di lesioni personali e contro il patrimonio. Nei confronti del quarto indagato, D.R.E., 34 anni, anch’egli di Pescara, in ragione della sua incensuratezza, il GIP disponeva la più lieve misura degli arresti domiciliari presso la propria abitazione. Nella mattinata del 14 novembre scorso la Squadra Mobile dava esecuzione alla ordinanza del G.I.P. ed i tre destinatari della custodia carceraria - tutti rintracciati presso le loro abitazioni - venivano ristretti nella struttura penitenziaria di San Donato, mentre il quarto veniva posto agli arresti presso il suo domicilio.