"Ora tutti i tuoi propositi, articoli, e il tuo materiale d'archivio non andranno perduti: saranno con te nell'eternità". Così l'arcivescovo emerito dell'Aquila, Giuseppe Molinari, nel pronunciare con una voce rotta dalla commozione l'omelia nel corso dei funerali "dell'amico fraterno" Amedeo Esposito, giornalista e storico aquilano deceduto giovedì sera a 87 anni. Esposito è stato, tra le altre cose, primo corrispondente dell'ANSA in Abruzzo. Le esequie si sono svolte nel pomeriggio all'Aquila nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, conosciuta come Anime Sante, per l'occasione stracolma di gente, non solo persone mature, ma anche tanti giovani. In prima fila c'erano la moglie Antonietta, compagna per una vita, il figlio Fabrizio, gli adorati nipoti e poi il mondo del giornalismo e delle istituzioni. Per tutti Esposito è stato "l'esempio del cronista, l'aggiornamento più concreto e veloce, archivio e memoria giornalistica". E' emerso anche un ricordo imperniato "sul grande amore per la città, cementato in particolare dagli anni '50 ad oggi, da quando, cioè, Esposito ha partecipato in maniera attiva e assidua alla vita dell'Aquila, "un cittadino devoto" come ha sottolineato ancora Molinari. Un altro ricordo toccante è stato quello dello storico aquilano e amico Walter Capezzali, che ha ripercorso il tragitto di vita accanto a Esposito, in particolare dagli anni '50, quando aprì la redazione aquilana de 'Il Messaggero' di piazza Palazzo e poi quella dell'ANSA. Anni gloriosi con la presenza, tra gli altri, di Gianni Letta e di un giovanissimo Bruno Vespa, che ha fatto pervenire un messaggio di ricordo e cordoglio. Molinari ha ricordato tutti i grandi eventi seguiti da Esposito, "il suo amore viscerale per L'Aquila e per la notizia, quella approfondita, documentata, scevra da superficialità e condizionamenti".
(Ansa)