Due persone, un cinquantenne e una settantenne originari di Tollo, sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Chieti con l’accusa di frode ai danni dello Stato. I finanzieri del Gruppo di Chieti, coordinati dal Tenente Colonnello Vito Casarella, hanno individuato quattro società riconducibili agli indagati che avrebbero ottenuto indebitamente contributi pubblici per un totale di 75 mila euro.
L’inchiesta è nata da un controllo su una delle società coinvolte, che nel 2020 aveva ricevuto finanziamenti previsti dal cosiddetto “Decreto Rilancio”. Il provvedimento governativo, varato per sostenere le imprese in difficoltà a causa della pandemia, consentiva ai titolari di partita IVA di accedere a contributi a fondo perduto se il loro fatturato nel mese di aprile 2020 risultava inferiore ai due terzi di quello registrato nell’aprile dell’anno precedente.
Le indagini hanno rivelato che le società riconducibili agli indagati avrebbero prodotto documentazione falsa per ottenere i fondi, destinando poi le somme ricevute a finalità diverse da quelle previste dal decreto. L’analisi dei documenti contabili e la ricostruzione dei flussi finanziari hanno permesso di ipotizzare l’illecito, portando il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Chieti a disporre il sequestro preventivo della somma corrispondente.
"L'azione della Guardia di Finanza è orientata a contrastare le frodi fiscali in tutte le loro declinazioni" – ha dichiarato il Colonnello Michele Iadarola, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti – "e operazioni come questa consentono di recuperare risorse fondamentali da destinare correttamente a famiglie e imprese".
Si precisa che gli indagati, in base al principio di presunzione d’innocenza, non possono essere considerati colpevoli fino a eventuale sentenza definitiva di condanna.