Le indagini, sono state avviate nella primavera del 2018, a seguito di una serie di segnalazioni pervenute ai militari della Compagnia di Tagliacozzo in ordine ad un presunto traffico di sostanze stupefacenti nella Valle Roveto. A seguito di tali segnalazioni, gli inquirenti, in considerazione dell’elevato allarme sociale creatosi nell’ambito di piccole comunità, hanno deciso di procedere ad un’attività di osservazione e controllo, articolatasi anche in perquisizioni a carico dei giovani del posto, con esito positivo, rinvenendo sostanza stupefacente del tipo cocaina e hashish. Successivi accertamenti hanno permesso, quindi, di indirizzare le indagini su un unico obiettivo, ovvero un esercizio commerciale gestito da uno degli indagati, divenuto punto di riferimento dei giovani della zona per il rifornimento di sostanza stupefacente. Le investigazioni hanno quindi permesso di accertare come il gestore del locale, seppur privo di precedenti penali, ha mostrato di sapersi muovere con estrema cautela e disinvoltura per eludere ogni tipo di accertamento sull’attività illecita svolta. Il trentenne, favorito nella sua attività delinquenziale anche dal contesto ambientale in cui ha operato, costituito da una piccola comunità, in cui la presenza di volti ed autovetture sconosciute creano un certo allarmismo, è stato coadiuvato efficientemente dai suoi stretti familiari che lo avvertivano circa la presenza delle forze dell’ordine. Le attività tecniche intercettive hanno anche dimostrato come gli acquirenti si rivolgessero ad utenze telefoniche “dedicate” per stabilire i contatti del successivo smercio di droga. Gli inquirenti, inoltre, hanno potuto evidenziare la spregiudicatezza e scaltrezza nell’agire, facendo sistematico ricorso ad un linguaggio sintetico e criptato, cambiando periodicamente l’utenza telefonica, anche una volta al mese, ed utilizzando quasi esclusivamente la piattaforma di messaggeria istantanea “whatsapp”, il cui contenuto, sia audio che scritto, è di difficile intercettazione. La pluralità e la reiterazione delle cessioni, che si sono snodate nell’ambito di un considerevole arco di tempo, induce a ritenere che ci si trovi davanti ad un fenomeno di consolidato traffico di sostanze stupefacenti, che aveva luogo in una vera e propria “piazza di spaccio” sulla base di un altrettanto consolidata organizzazione, che assicurava un commercio continuativo e stabile. L’attività investigativa, sviluppatasi attraverso specifiche attività tecniche e prove dichiarative, ha infatti evidenziato come il principale indagato, al fine di soddisfare le richieste dei propri clienti abbia fatto ricorso a diversi canali di approvvigionamento: uno romano e l’altro avezzanese, entrambi identificati e destinatari dell’odierna misura cautelare. In particolare, il coetaneo romano, rifornitore di cocaina, risulta già sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per il medesimo reato, ma nonostante ciò non ha esitato a continuare a porre in essere i suoi traffici illeciti, che ne dimostrano a maggior ragione l’inserimento stabile nel contesto criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti. Inoltre, le investigazioni hanno consentito di dimostrare come il principale indagato abbia posto in essere un traffico illecito che gli permetteva un “guadagno” di circa 10mila euro mensili e che grazie all’attività di spaccio, negli anni, si è garantito un tenore di vita notevolmente superiore rispetto alle possibilità derivanti dai guadagni del bar, consistito anche nell’acquisto e ristrutturazione di immobili. Nel corso dell’indagine è stato eseguito un arresto in flagranza di reato e sono stati sottoposti a sequestro 20 grammi circa di sostanza stupefacente del tipo di cocaina e altrettanta sostanza stupefacente del tipo marjuana. Il G.I.P. del Tribunale di Avezzano, convenendo con le risultanze investigative ottenute dagli organi inquirenti, ha emesso il provvedimento cautelare della custodia cautelare in carcere nei confronti di uno degli indagati, gli arresti domiciliari nei confronti di un secondo indagato e la misura dell’obbligo di dimora con presentazione alla p.g. nei confronti di altri due soggetti.