Tra il dicembre del 1942 e il gennaio del 1943, il giovanissimo Valentino Di Franco fu tra i pochi superstiti della gigantesca battaglia del quadrivio di Selenj Jar, sul fronte russo, dove – a temperature di oltre trenta sottozero, senza viveri ma senza abbandonare le armi – combatté eroicamente nelle fila della 108^ Compagnia “A zump de camosce” del Battaglione Alpini “L’Aquila”, inquadrato nel 9° reggimento della Divisione Julia.
Valentino riportò il congelamento degli arti inferiori, che gli furono amputati sul campo di battaglia. Venne decorato di Croce di Guerra, guadagnandosi inoltre, la famigerata “Croce di Ghiaccio”. Era solito ricordare che, in quei momenti, “ogni secondo era buono per morire” e si considerava fortunato, nel rivolgere sempre un pensiero “a tutti quei ragazzi che non sono più tornati e ai loro cari che li hanno attesi invano”.
Da sempre legatissimo al Nono Alpini, Valentino Di Franco – originario di Isola del Gran Sasso, in provincia di Teramo – è stato l’ospite d’onore in tutte le cerimonie e le manifestazioni del Reggimento. Il 1° luglio dell’anno scorso, aveva festeggiato con i “suoi” alpini il primo centenario della consegna della Bandiera di Guerra al Reggimento, mentre, nel corso della Festa di Corpo celebrata l’anno precedente nella stessa data, aveva inaugurato lui stesso il Monumento agli Alpini all’interno della Caserma “G. Pasquali”, ai cui piedi è scolpito il motto “Noi siamo quelli Selenj Jar”, collocato a ridosso del piazzale dove ogni mattina il Reggimento si riunisce per la cerimonia dell’alzabandiera.
“Oggi per il 9° Alpini è una giornata di profonda commozione: salutiamo una preziosa guida morale che rappresentava un punto di riferimento assoluto per tutte le Penne Nere, abruzzesi e non solo. Valentino Di Franco era la voce viva delle nostre tradizioni, testimone schietto di una pagina drammatica e valorosa della storia delle Truppe Alpine, nei confronti delle nuove generazioni di Alpini in armi”, ha dichiarato il Comandante, Colonnello Gianmarco Laurencig, in occasione delle esequie. Il Nono Reggimento Alpini gli ha tributato l’ultimo saluto con un Picchetto formato da donne e uomini della “sua” 108^ Compagnia.