L'imputato di omicidio volontario aggravato è il marito Aldo Rodolfo Di Nunzio, 72 anni, ex ispettore dei vigili del fuoco, difeso dagli avvocati Silvia De Santis e Alberto Paone. Secondo l'accusa, sarebbe stato lui a strangolare la donna con dei fili elettrici attorcigliati attorno al collo.
Oggi, davanti alla Corte, composta dal presidente Giovanni Nappi, il giudice a latere Maria Rosaria Boncompagni e sei giudici popolari, la difesa ha depositato gli esiti della perizia fonica sull'audio estrapolato dal sistema esterno di videosorveglianza della villa. Secondo il consulente di parte, il fonico forense Marco Perino, nel frammento audio si sentiva la voce di un uomo che diceva due volte "guarda me". Questa perizia contraddice quella della procura di Lanciano, secondo la quale nell'audio si sentiva una voce di donna che gridava "Lasciami, lasciami".
La difesa ha chiesto la scarcerazione di Nunzio, recluso a Teramo, per mancanza di elementi probatori e pericolo di reiterazione di reati violenti. L'arresto dell'imputato è avvenuto lo scorso 11 gennaio, dopo il deposito della perizia voluta dal procuratore capo Mirvana Di Serio. Domani si conoscerà il parere del procuratore sull'istanza di scarcerazione o sugli eventuali domiciliari.
Come parte civile si sono costituiti i cinque figli della vittima, patrocinati dall'avvocato Elisabetta Merlino. Inoltre, la Corte ha ammesso la costituzione di parte civile dell'associazione Dafne Ets, che gestisce i centri antiviolenza a Lanciano e Vasto, considerandola portatrice di interesse sulla tutela delle donne. È stata richiesta simbolicamente una somma di mille euro di risarcimento. La fase istruttoria inizierà il 14 giugno con i primi quattro testimoni della procura.