Il terribile episodio ebbe luogo il 26 dicembre 2021, quando Bernardone gettò la moglie malata di Alzheimer e demenza vascolare dal guardrail di un ponte sul fiume Osento.
Dopo una caduta di oltre 10 metri, la donna finì prima in mezzo alla boscaglia e successivamente nell'alveo del fiume. L'autopsia rivelò che il decesso avvenne a causa di arresto cardiaco in probabile fibrillazione ventricolare terminale, causata dall'inalazione di acqua dolce e da un trauma cranico con emorragia.
Il presidente della Corte d'Assise, Massimo Canosa, insieme alla giudice a latere Maria Rosaria Boncompagni e ai sei giudici popolari, ha emesso una condanna di 14 anni di reclusione per Bernardone. Nonostante la richiesta del pubblico ministero Vincenzo Chirico di una pena più severa di 24 anni, la Corte ha considerato le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti.
Bernardone è stato interdetto in modo perpetuo dai pubblici uffici, mentre è stato concesso in forma simbolica ai quattro figli il risarcimento chiesto. In una dichiarazione subito dopo il verdetto, l'imputato ha accettato la decisione della Corte e ha espresso pentimento, affermando di aver sempre rispettato sua moglie e le donne.
La parte civile, rappresentata dall'avvocato Gianmarco Di Marco per i quattro figli della coppia, aveva chiesto la condanna e, inoltre, che il risarcimento di 100mila euro fosse devoluto ad associazioni che combattono la violenza sulle donne.
Il difensore Vincenzo Cocchino aveva invece chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove o la derubricazione per omicidio preterintenzionale per minorata difesa, sottolineando la presunta seminfermità mentale al momento del fatto e la non totale capacità di intendere e volere di Bernardone.