Le ispezioni di sicurezza della navigazione, infatti, disposte dalla Capitaneria di Porto di Ortona per verificare se vi fossero stati danni alle strutture a seguito dell’incendio, o comunque carenze nei sistemi di sicurezza di bordo che potessero aver facilitato l’evento, si sono concluse nel fine settimana, ed hanno portato alla luce diverse deficienze che, per il diritto marittimo internazionale, sono causa di detenzione.
La nave, quindi, con un provvedimento reso noto anche allo Stato di bandiera, ossia, Panama, oltre che alla società armatrice ed all’agenzia raccomandataria marittima, è stata “detenuta”, impossibilitata cioè a lasciare il porto fino ad avvenuta regolarizzazione di tutte le anomalie riscontrate.
Tra le deficienze che sono state rilevate dagli ispettori PSC, personale del Corpo delle Capitanerie di Porto con formazione specifica in materia di sicurezza della navigazione, rilevano in particolare lo stato di addestramento dell’equipaggio, in diversi casi rivelatosi non adeguato, ma soprattutto la non conformità dell’impianto antincendio di bordo, risultato con diverse carenze e malfunzionamenti.
La detenzione della nave è uno strumento previsto da apposite convenzioni internazionali di diritto marittimo, ed ha lo scopo di obbligare armatori e proprietari di navi ad adeguarsi agli standard di sicurezza previsti per Legge, pena l’esclusione della nave dall’acceso in tutti i principali porti a livello globale.
Resta invece ancora da definire l’aspetto relativo alle merci imbarcate a bordo del mercantile e destinate a Temryuk, porto russo.