La “detenzione”, vero e proprio “fermo amministrativo”, è stata disposta a seguito di un’ispezione tecnico-operativa durata circa 7 ore, effettuata a bordo da ispettori abilitati PSC (Port State Control) della Direzione Marittima di Pescara, nel corso della quale sono state rilevate ben 5 deficienze gravi riguardanti i certificati internazionali della nave, le condizioni di vita dell’equipaggio e, di particolare rilevanza, importanti carenze strutturali ai mezzi collettivi di salvataggio.
Le deficienze riscontrate a bordo della nave detenuta, nel loro complesso, hanno mostrato scarsa efficienza ed efficacia delle procedure di gestione della sicurezza a bordo ed insufficiente attenzione alle condizioni di salute e sicurezza del personale imbarcato.
La nave detenuta potrà riprendere la navigazione solo dopo aver rimediato alle deficienze riscontrate ed essere stata sottoposta, con esito favorevole, ad un’ulteriore ispezione PSC (Port State Control) di “rilascio”.
Il Port State Control è l'attività ispettiva delle navi straniere da parte dell'Autorità dello Stato del porto, atta a garantire che la nave che scala un porto in navigazione internazionale non sia in condizioni sub-standard rispetto alle Convenzioni Internazionali che regolano la sicurezza della navigazione, costituendo un pericolo per la vita umana in mare e per l'ambiente. L'attività, in Italia, è svolta esclusivamente da personale del Corpo delle Capitanerie di porto, debitamente formato ed autorizzato quale ispettore PSC.
Il provvedimento di detenzione, previsto dalla Direttiva 2009/16 dell’UE, recepita dall’ordinamento legislativo italiano con il d.lgs. 53 del 2011, è una misura che viene adottata a tutela della sicurezza della navigazione e dei lavoratori imbarcati sulle unità straniere che scalano i porti dei Paesi aderenti al Memorandum of Understanding di Parigi, un accordo internazionale che si prefigge l’obiettivo di migliorare gli standard di sicurezza delle navi attraverso un sistema armonizzato e condiviso di controlli e di sanzioni che arrivano sino a prevedere la “messa al bando” dai porti europei delle unità che non rispettano i parametri minimi di sicurezza riconosciuti.”.