Nella sua deposizione, Rotunno ha dichiarato di non ricordare nulla riguardo al giorno della morte della madre né al suo tentativo di suicidio successivo. Ha affermato di avere un vuoto totale nella memoria riguardo a quegli eventi. Ha raccontato di essere uscito quella mattina per fumare una sigaretta e di essere poi finito in ospedale senza alcuna memoria di cosa sia successo.
Sul suo blackout mentale l'imputato ha risposto al presidente della Corte, Giovanni Nappi: "Ho cercato spiegazioni e me lo chiedo ancora, ma non trovo risposte". Ha poi risposto anche alle domande del procuratore capo Mirvana Di Serio.
La difesa, rappresentata dall'avvocato Silvana Vassalli, ha annunciato di presentare alla Corte una memoria difensiva corredata da diversi certificati medici. Vassalli ha ribadito la richiesta di riconoscimento di infermità mentale e incapacità di intendere e volere da parte del suo assistito. "La memoria è per dimostrare la situazione emotiva che aveva coinvolto Rotunno tra i disagi per la salute della madre, i problemi economici nella consapevolezza che sarebbe stata imminente la sua morte. Uno sconvolgimento determinato da propositi suicidi e per non lasciare la madre così l'ha uccisa. Dalla documentazione sanitaria risulta che ha un'amnesia psicotica. Non ricorda neppure di aver visto le foto con la madre morta e nemmeno il luogo dove era stato trovato ferito".
La sentenza è stata fissata per il prossimo 14 giugno