Nuova mobilitazione alla Marelli di Sulmona: gli operai tornano a incrociare le braccia per otto ore il prossimo 28 marzo, aderendo allo sciopero nazionale dei metalmeccanici. La protesta si inserisce in una vertenza sindacale che resta ancora senza risposte, con richieste precise: aumento salariale di 280 euro mensili sui tre anni, riduzione dell'orario di lavoro, più sicurezza e investimenti per il settore.
Ma nello stabilimento peligno, il problema va ben oltre il rinnovo del contratto. Il futuro dei lavoratori è appeso a un filo: la fabbrica opera con una riduzione lavorativa del 45%, sostenuta dagli ammortizzatori sociali, ma la prospettiva è tutt'altro che rassicurante. Entro la fine dell'anno, sono previsti 147 esuberi e l'assenza di nuove commesse getta un'ombra preoccupante sul destino della produzione. A peggiorare il quadro, la cessazione di una linea di assemblaggio della Stelvio, che rischia di aggravare ulteriormente la situazione occupazionale. Oggi lo stabilimento conta 444 dipendenti, ma il futuro è incerto. I sindacati chiedono interventi concreti per garantire la continuità produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro. La speranza è che la mobilitazione serva a scuotere istituzioni e azienda per trovare una soluzione prima che la crisi si trasformi in un'emorragia occupazionale irreversibile.