Si chiama Nunzio Di Paolo. Lancianese di 46 anni, è stato recentemente eletto responsabile regionale per la Federazione Italiana Barman. Lavora come barman a domicilio, da molti anni, con una nota ditta locale ed è considerato un grande esperto di miscelazione dai suoi colleghi.
L’incarico all’interno della Federazione Italiana Barman è certamente un premio alla sua capacità e al suo talento che Di Paolo potrà <<trasmettere>> a chiunque si avvicini a questo mondo di colori e sapori. In città, infatti, è previsto un corso che dovrebbe cominciare il 7 novembre 2016: sarà strutturato in 13 lezioni di quattro ore suddivise in teoria e pratica. Alla fine delle lezioni si terrà un esame finale. Le lezioni teoriche del corso di barman di primo livello riguarderanno gli aspetti merceologici e storici dei liquori e distillati, come servirli e le giuste unità di mescita del servizio. Tra i vari moduli si studierà la tecnica delle decorazioni correlative ai cocktails sino alle decorazioni artistiche ottenute con scultura vegetale e come effettuare un servizio di caffetteria in modo professionaleper creare un ottimo cappuccino e un Irish Coffee.
Ma chi può iscriversi al corso?
<< La Federazione Italiana Barman mira a fornire le conoscenze tecniche essenziali sul “Mondo del Bar” a quanti, giovani e meno giovani, sono interessati alla professione del barman, sia per motivi di lavoro che per diletto personale. I corsi, a numero chiuso, si sviluppano in 13 lezioni da 4 ore cadaunaper il 1° livello e di ulteriori 30 ore per il secondo livello, articolate in due settimane complessive di lezioni intensive con ampio spazio dedicato alle esercitazioni pratiche. >>.
Non solo formazione , dunque, ma anche educazione…
<<Sì, vogliamo spiegare ai nostri corsisti cosa e come bere, lasciando spazio anche alla creatività. Insomma far capire che un buon cocktails non è solo Mojito o Caipiroska. Nei nostri corsi, oltre ai cocktail internazionali, rivolgiamo una particolare attenzione, come di consueto, ai nuovi drink di tendenza, anche al fine di venire incontro alle esigenze di tutti coloro che operano all’interno di pubblici esercizi o che desiderano arricchire il proprio curriculum professionale in vista di un’occupazione stagionale. >>
Dal bancone del bar alla cattedra. Come ha imparato l’arte del barman?
<< Fin da ragazzo sono stato sempre attirato dal mondo dei cocktails guardando film americani. Tutto è cominciato all’alberghiero di Villa Santa Maria dove mi sono diplomato. Fin dall’inizio ho cominciato a studiare tutto sui cocktails e preparando, quasi per gioco, miscele incredibili che facevo assaporare ai miei amici. Pian piano mi sono appassionato fino a diventare trainer, dal 1992, all’Alberghiero di Villa Santa Maria, di ragazzi diventati famosi barman internazionali>>.
Solo intuizione, talento o c’è anche lo studio dietro un buon cocktails?
<< Bisogna impegnarsi, studiare. Le possibilità di miscelare le bevande sono infinite. Studio ogni giorno, quella classica, i drink retrò, quelli dell’800, la miscelazione molecolare e da qualche anno anche, insieme ad un amico farmacista, la preparazione dei bitter ed il segreto di erbe e spezie. Quello che spiego sempre ai miei allievi e che non si diventa dei veri professionisti solo con un corso di poche ore oppure tenuto da pseudo barman improvvisati trainer, ma ci vuole dedizione e capire che nella vita non si finisce mai di imparare. Anche mio nonno miscelava gassosa e vino, ma non per questo poteva definirsi un barman.
Insomma, per essere barman, bisogna essere anche esperto di chimica e storico….
<< Già. Basta dire che in origine i primi barman erano farmacisti che tenevano segreta la loro infallibile produzione di bitters, dai poteri corroboranti e antifebbrili. Molte tecniche di miscelazione, definite moderne, erano già in uso nel 1862, infatti la storia dei cocktails e dei grandi <<GURU>> della miscelazione insegna a farci capire che non c’è sostanza commestibile che non stuzzichi la creatività del barman.