E' iniziata ufficialmente ieri sera a L'Aquila la 727esima edizione della Perdonanza Celestiniana Il sindaco Pierluigi Biondi ha acceso il braciere della pace davanti alla basilica di Santa Maria di Collemaggio intorno alle 21.30, utilizzando il Fuoco del Morrone. La fiamma ha viaggiato da Sulmona all'Aquila attraversando 23 Comuni e 35 comunità sulle orme del viaggio di Pietro Angelerio per raggiungere il capoluogo per essere incoronato papa. Il fuoco del Perdono è giunto nel piazzale di Collemaggio ed è stato consegnato al sindaco dai due giovani tedofori: Beatrice Del Vecchio, 17 anni, studentessa del liceo classico 'Cotugno', e Marco Iacobucci (17), studente del liceo scientifico 'Bafile'.
Il Movimento Celestiniano, organizzatore dell’iniziativa che si svolge ininterrottamente da 42 anni, li ha scelti per la loro costante presenza nel cammino del perdono anche negli anni trascorsi e per i brillanti risultati scolastici ottenuti, nonostante i disagi dovuti alla didattica a distanza, necessaria per un lungo periodo a causa del covid-19.
Prima della cerimonia inaugurale, il saluto delle autorità è stato portato al pubblico presente a Collemaggio, attraverso video schermi che sono stati allestiti anche alla scalinata di San Bernardino e a Piazza Duomo, dal vice presidente della Regione Abruzzo, da Emanuele Imprudente, delegato dal presidente Marco Marsilio, dal presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, dall’Arcivescovo dell’Aquila, Cardinale Giuseppe Petrocchi e dallo stesso sindaco Biondi.
il Cardinale e Arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Petrocchi ha sottolineato "La forza del Perdono è la parte per il tutto della Perdonanza, che Celestino ha riempito di insegnamenti semplici, chiari e attuabili. Messaggi universali, amplificati dal riconoscimento dell'Unesco di patrimonio immateriale culturale dell'umanità. L'Aquila ogni giorno riscopre quello che sembrava perso: una ricostruzione, che sa di restauro e di ripristino, ma anche di innovazione, ha risvegliato la nostra comunità. Il gesto 'esterno' di accendere il fuoco, è simbolo di un evento che deve accadere 'dentro' l'anima: le fiamme della Perdonanza debbono ardere in tanti cuori. Il fuoco della Perdonanza deve illuminare le nostre 'notti' spirituali, culturali, sociali".
Il sindaco Biondi ha sottolineato che "da cristiani, non possiamo estraniarci dalla sorte dei nostri simili come nel caso della tragedia afghana", mentre "da fratelli maggiori non possiamo disinteressarci dei nostri fratelli minori, delle ragazze e dei ragazzi che torneranno a scuola con l'angosciosa eredità di un anno e mezzo vissuto nell'incertezza e nella privazione dei rapporti sociali".