di Maria Mia Zaurito - 13 dicembre 2013. Lunedì 26 novembre alle ore 10,00 si è tenuta presso l’aula tesi della Facoltà di Scienze della Comunicazione di Teramo la conferenza “Raoul Wallenberg. L’uomo che salvò 100.000 ebrei”. L’incontro si è svolto in tono minore a causa dell’assenza di molti studenti delle scuole che avrebbero potuto arricchire la loro conoscenza sul tema dello sterminio degli ebrei da parte dell’esercito nazista nel secondo conflitto mondiale. Tra i relatori intervenuti alla conferenza, è necessario menzionare l’Ambasciatore Domenico Vecchioni, autore del libro omonimo pubblicato nel 1994 e poi ripubblicato per il centenario della nascita di Raoul Wallenberg, diplomatico svedese. In modo sintetico ma conciso, Vecchioni ha ripercorso i momenti più importanti della vita del diplomatico svedese che, arrivato in Ungheria nel ’44 dove era presente l’ultima compagine di ebrei, ha requisito case e aperto ospedali per migliorare la loro situazione, ha trattato direttamente con le autorità naziste e molte volte ha perfino bleffato pur di salvare parecchi ebrei che erano sprovvisti di documento di protezione. In questa sua difficile impresa, è riuscito con coraggio, umanità e determinazione a salvarne 100.000, di cui 70 mila convincendo il direttore del ghetto principale a non distruggerlo e 30 mila grazie al ghetto internazionale creato dai paesi neutrali. Ben presto il clamore di tali azioni ha portato all’arresto di Wallenberg da parte delle autorità sovietiche. Da quel momento in poi di lui non si saprà più nulla! Sono state formulate varie ipotesi su chi ha ordinato l’uccisione e come questa sia avvenuta ma a tutt’oggi la sua scomparsa resta avvolta nel mistero. Wallenberg è stato dichiarato “giusto tra le nazioni” e in Svezia, la sua patria, è considerato da tutti un mito. L’incontro si è concluso con l’esecuzione al violoncello di tre brani di musica classica, tra cui il famoso Preludio di Bach, da parte del maestro Galileo Di Ilio. Da questo incontro si evince che Raoul Wallenberg è stato un esempio di solidarietà nei confronti dei perseguitati e di impegno civile contro l’avanzare del male: egli non ha salvato la sua vita ma quella di 100.000 ebrei e proprio per questo gesto di umanità è diventato un eroe senza volerlo né saperlo.