Sessanta sarracinesche abbassate in centro storico tra il 2008 ed il 2019 mentre sono 11 le attività commerciali chiuse, nello stesso lasso temporale, fuori dai confini comunali. E’ la preoccupante fotografia scattata da Confcommercio sul centro cittadino e nell’hinterland teatino attraverso i numeri impietosi registrati dall’Ufficio studi nazionale di Confcommercio che ha effettuato un focus accurato su 120 Comuni italiani denominato “Città e centri storici” e “demografia d’impresa nelle città italiane”. Sono otto le città a rischio di “declino commerciale” secondo Confcommercio. La maglia nera appartiene ai Comuni di Genova, Ancona, Biella, Salerno, Trieste, Gorizia, Bari, Perugia e, appunto, Chieti dove è stata riscontrata una vera e propria moria di negozi al dettaglio suddivisi in tredici settori merceologici diversi. In particolare nel centro storico di Chieti erano 246 i piccoli negozi censiti nel 2008 mentre nel 2019 le attività commerciali sono diventate appena 186. Meno evidente il calo dei piccoli negozi fuori città basti pensare che si è passati dalle 474 imprese commerciali iscritte alla Camera di commercio nel 2008 alle 463 del 2019. Resta il preoccupante trend negativo del piccolo commercio nazionale con quasi 70 mila attività commerciali in meno negli ultimi dieci anni. Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, ha invocato la necessità di un piano nazionale per la rigenerazione urbana così da migliorare la qualità della vita dei residenti e rendere i centri storici più attrattivi per i turisti. Inoltre, a detta del numero uno di Confcommercio, urge anche un maggior sostegno all'innovazione delle piccole superfici di vendita e, soprattutto, una riforma fiscale complessiva per abbassare le tasse e sostenere la domanda interna che vale 1’80% del Prodotto interno lordo. Preoccupa, ovviamente, lo stato comatoso del piccolo commercio cittadino che continua a sorreggersi grazie alla professionalità ed allo spirito combattivo di sempre meno esercenti. Il presidente provinciale di Confcommercio, Marisa Tiberio, auspica un cambiamento di rotta della politica locale di sostegno alla categoria specie in vista della prossima tornata elettorale che chiamerà i cittadini di Chieti alle urne per eleggere il nuovo sindaco. “Questo studio conferma e certifica ciò che già viviamo sulla nostra pelle nella città da circa 10 anni. Urge un progetto di rigenerazione urbana, così come auspicato dal nostro presidente nazionale, fondamentale per mettere in campo- spiega Tiberio- un insieme di attività tendenti non solo alla riqualificazione fisica per migliorare l’estetica cittadina ma soprattutto interventi di natura economica, sociale, culturale e tecnologico-ambientale in grado di migliorare la qualità della vita generale nel rispetto dei principi di sostenibilità e partecipazione.” Poi arriva un monito alla politica locale in fermento in vista del ritorno alle urne. “La politica deve finalmente prendere atto dei dati emersi che arrivano in un momento strategico considerando l’imminenza delle elezioni comunali. Le città belle e che funzionano sono un grande valore sociale ed economico per i nostri territori. Un motore di occupazione e crescita che non può girare al minimo. Su questo tema- afferma Tiberio- aspettiamo di leggere programmi e proposte da parte dei candidati sindaci ma anche da quelli che hanno l’ambizione di ricoprire ruoli importanti in giunta. Idee e competenze sono ossigeno per la nostra città che ormai decombe.”