LANCIANO (19 SETTEMBRE 2012). "Dopo l’ennesima dimostrazione di mancanza di dialogo e rispetto delle ‘regole amministrative’ da parte della maggioranza del Comune di Lanciano, i Gruppi consiliari di opposizione - si legge in una nota - hanno deciso di convocare una conferenza stampa per stigmatizzare un atteggiamento non più tollerabile, anticipando le ragioni per le quali tutti i Consiglieri di opposizione hanno deciso di non partecipare al Consiglio Comunale, in programma oggi pomeriggio, mercoledì 19 settembre"."Una posizione chiara e condivisa da tutti gli esponenti di opposizione si legge in una nota dei gruppi di opposizione - concordi nell’affermare che il primo anno di amministrazione Pupillo ha messo in evidenza tre grandi limiti della maggioranza consiliare: l’inesperienza e la incapacità di dialogo con i cittadini, di confronto e di mediazione con le istituzioni; il mancato rispetto dei ‘patti’ concordati e degli accordi presi; puerili ritornelli per addossare sempre e comunque problemi e responsabilità alla precedente amministrazione."Un breve cenno al pregresso, per ricostruire la vicenda e denunciare l’ennesima mancanza di rispetto dimostrata nell’ultimo Consiglio comunale.In sede di votazione del Bilancio di previsione del 2011, il documento è stato approvato all’unanimità a fronte di un accordo tra opposizione e maggioranza con il quale quest’ultima si impegnava a rispettare alcune richieste dei gruppi di opposizione. Dopo aver incassato il voto favorevole, tuttavia, l’esecutivo Pupillo ha disatteso l’accordo. Da qui comincia la ‘politica’ del non rispetto delle regole e degli accordi, che nei mesi successivi ha avuto altre e ampie dimostrazioni. In un successivo Consiglio comunale sull’Ente Fiera, Pupillo e la sua maggioranza avevano assunto l’impegno di erogare un contributo comunale a fronte della presentazione del Piano di rilancio e ristrutturazione dell’Ente. Tale impegno è stato formalizzato in Bilancio, ma mai erogato. Un’altra dimostrazione di un impegno disatteso. Arriviamo al Consiglio comunale di oggi. Il Consiglio è stato deciso qualche settimana fa, ma all’ordine del giorno vi sono una serie di documenti e mozioni che sono stati protocollati soltanto il 13 settembre, ignorando completamente le mozioni presentate a fine agosto dalle liste "Con Bozza Sindaco" e "Energie Nuove". Inoltre, nella conferenza dei capigruppo della scorsa settimana erano stati posti soltanto tre argomenti in agenda: soppressione tribunale, riordino Province e convenzione Stadio con la Virtus. Non c’era stato alcun cenno alle mozioni che soltanto successivamente sono state inserite all’odg: chiusura ufficio postale Villa Elce e richiesta dimissioni manager Asl".
Nel merito degli argomenti.
Mozioni
I Gruppi civici “Con Bozza Sindaco” ed “Energie Nuove”, il 31 agosto, hanno presentato 4 mozioni tese a reperire risorse per 100.000 Euro da destinare alla protezione civile (Euro 20.000) ; per garantire maggiori sussidi e borse di studio agli studenti più meritevoli di famiglie meno abbienti (Euro 50.000) e per rispondere in modo più consistente ai fabbisogni emergenti di situazioni di povertà (Euro 30.000).
Gli stanziamenti che vengono ridotti nel bilancio di previsione 2012 sono Euro 20.000 per il wireless nel centro urbano; Euro 30.000 per la informatizzazione dell’archivio storico e Euro 50.000 per il contributo al Consorzio Ente Fiera. Tutti interventi non prioritari nell’attuale situazione di crisi che possono essere rinviati ad altro esercizio.
Evidentemente la scala di priorità non è cosa conosciuta all’attuale maggioranza che ha posto all’o.d.g. del consiglio comunale convocato in data odierna proprie mozioni protocollate il 13.09 su sanità e Ufficio Postale di Villa Elce e non mozioni che darebbero un po’ di risorse in più ai cittadini più deboli!
Sanità. Rispetto alla situazione della sanità frentana, e in particolare alle sorti dell’attuale ospedale e di quello in fase di progettazione, l’esecutivo Pupillo ha mostrato la sua evidente incapacità di comunicazione e mediazione, paventando conflitti di natura politica con i quali ha soltanto strumentalizzato la vicenda.
Con una semplice richiesta di appuntamento, il capogruppo del Pdl in Consiglio comunale ha incontrato il manager della Asl Francesco Zavattaro che si è reso disponibile a fornire tutte le spiegazioni in merito al Piano di rientro sanitario e alle conseguenze per Lanciano.
Quello che manca a Pupillo e ai suoi è proprio questa capacità di dialogo e confronto, dimostrata non soltanto rispetto alla Asl, ma anche rispetto alla Sasi (il problema della carenza idrica che ha creato disagi e disservizi a migliaia di cittadini quest’estate), alla Regione (ancora la questione della sanità e molte altre) e altri enti e istituzioni.
La maggioranza ha continuato a mostrare la propria ambiguità tra chi amministra (o dovrebbe amministrare) e chi continua a fare opposizione anche seduto in Giunta, barricandosi dietro i colori politici che altro non sono che pretesti per ‘non fare’. Il risultato è una politica dell’immobilismo che preferisce le chiacchiere ai risultati, e che finge di difendere il territorio presentando mozioni all’ultima ora.
Convenzione stadio. Anche rispetto alla questione della convenzione tra Comune e Virtus per l’adeguamento dello stadio Biondi, l’esecutivo Pupillo ha preferito non coinvolgere l’opposizione che legittimamente può – e anzi deve – contribuire alle decisioni per il buon governo cittadino. Non c’è stata alcuna disponibilità a dialogare, per ricevere un contributo – in termini di idee, impegno e concretezza – che forse bene avrebbe fatto alla stessa maggioranza. La storica conquista della serie B da parte della Virtus Lanciano, d’altra parte, non ha (o non dovrebbe avere) colore politico ma dovrebbe essere un’occasione di rilancio, valorizzazione turistica e promozionale per tutta la città. L'augurio è che la Virtus Lanciano torni a giocare al Biondi il prima possibile, nella consapevolezza che la responsabilità dei ritardi è esclusivamente ascrivibile alla inadeguatezza della attuale amministrazione di programmare la realizzazione dei necessari lavori. Inoltre in merito alla convenzione si evidenziano perplessità non solo da un punto di vista contabile, ma anche per irregolarità ed illegittimità manifeste; Inoltre mortificano ingiustamente tutti gli altri sport minori della città, che pure rappresentano delle opportunità per tutti ed interessi e valori da parimenti salvaguardare.
Intitolazione sala consigliare. Da ultimo come non stigmatizzare il comportamento avuto in occasione della decisione di intitolare la Sala Consigliare. Decisione questa, giunta improvvisamente ed assunta dalla sola maggioranza senza sentire l’esigenza di un confronto sereno e costruttivo con le altre forze politiche e soprattutto con la città. Si deve inoltre rilevare che tali iniziative, seppur meritorie, in questo periodo di grave crisi economica e sociale, sicuramente non rispondono ai bisogni ed alle sempre più forti richieste di aiuto e di attenzione che provengono dai cittadini Lancianesi.
Questi il metodo, la forma e la procedura, che destano più di una perplessità e tradiscono quanto l’attuale Amministrazione da un lato vorrebbe erigersi a paladino della legalità e della trasparenza, dall’altro si smentisce sistematicamente, violando le più elementari regole della diatriba politica e del rispetto dell’avversario.
Riordino Province e questione difesa del Tribunale di Lanciano.
Sulla dibattuta questione del riordino delle Province si è assistito, in queste settimane, a prese di posizione individuali – talune pregevoli ed altre contraddittorie – dalle quali non è emersa una posizione ‘univoca’, anzi sono emerse, dal sommerso, spaccature tipiche di una maggioranza disorganizzata e disarmonica e che naviga a vista...poiché qualcuno anela ad investiture e candidature.
Quello che manca è un atteggiamento maturato e ponderato, orientato sul concreto, quindi alla rimodulazione dei servizi e delle infrastrutture, mentre ci si preoccupa dei confini e dei campanilismi tra grandi città e loro territori. Posizioni, tuttavia, che si potrebbero superare se ci si focalizzasse, invece che sulle tracce di linee e mappature puramente grafiche, sulla reale necessità di integrare e di potenziare le funzioni e le esigenze dei singoli territori più carenti di servizi, con la eccessiva disponibilità delle aree "più forti" a cedere "pezzi", mantenendo su ciascuno i servizi essenziali ai singoli cittadini ed alle comunità. Si dovranno assolutamente evitare sovrapposizioni e duplicati, assicurando - nel contempo - un giusto ed equilibrato accesso a tutti, ottimizzando risorse in base ai reali e mutato flussi economici, sociali e culturali.
Questo approccio equo, mirato, calibrato e strutturato - conclude il lungo comunicato - è quello che dobbiamo lealmente augurarci per il nostro territorio e per l'intero Abruzzo (che è comunque una piccola Regione e che pertanto rischia, nell’esasperazione dell’accentramento, l’accorpamento con altre realtà di confine). Altrimenti, fuori da questo metodo e da questa logica, nell’ottica della speending review, la soluzione ottimale sarà proprio quella dell’abrogazione delle Province, pur non prescindendo dall’innegabile peso della obiettiva incidenza della realtà pescarese, intesa come consolidata area metropolitana di ampio raggio, che con le sue infrastrutture (moderno e funzionale Palazzo di Giustizia utilizzato al 50%; collegamenti ferroviari, stradali e autostradali; ampi parcheggi) nell’attrarre in un logico riordino geo-politico, amministrativo e giudiziario, ciò peraltro in coerenza ed in linea con la delibera assunta all’unanimità dal Consiglio Comunale di Lanciano l’11 ottobre del 2011 (in tempi non sospetti), proprio come percorso ottimale per la salvaguardia del presidio e del servizio giustizia nel Nostro Comprensorio (ancorché poi tale indirizzo unanime fu ‘temperato’ dal Progetto di Accorpamento del Tribunale di Vasto a Lanciano, imperniato sulla nuova destinazione dell’ex Liceo, poi ‘tradito’ in sordina dal Sindaco Pupillo che ha promesso la storica struttura per altri incompatibili scopi, così delegittimando la candidatura di Lanciano a sede dell’auspicato accorpamento del Tribunale di Vasto). E’ innegabile che la stragrande maggioranza dell’Avvocatura lancianese (e non solo) sia orientata - obtorto collo - a preferire Pescara a Chieti, per il che la classe politica ed amministrativa dovrà necessariamente farsi carico di tale indirizzo proveniente dalla Società civile e dalle Professioni".