Sala gremita di simpatizzanti e cittadini all’hotel Plaza di Pescara per conoscere i 29 candidati – Presente anche la candidata alle europee Simonetta Schiazza “Oggi abbiamo presentato la nuova Italia dei Valori, nata spontaneamente dall’esperienza delle primarie. “Oggi abbiamo presentato la nuova Italia dei Valori, nata spontaneamente dall’esperienza delle primarie. Non è una lista di partito, perché oggi il 50 per cento dei nostri candidati non ha né dovrà avere tessere di partito. Ognuno di loro potrà esprimere le realtà del mondo del lavoro, dell’associazionismo e del volontariato di cui fanno parte. Uno spaccato del nostro Abruzzo, una realtà plurale che va dall’infermiera e dall’assistente sociale con contratti di precariato, alle psicologhe che si occupano da tempo dei nuovi disagi sociali, alla insegnante e alla regista teatrale che rappresenteranno un’idea di cultura diversa da quella a cui ci hanno abituato gli ultimi, recenti scandali. Significativa anche la presenza di una rappresentanza di medici, tra cui Valter Palumbo dell’intersindacale medica e del rappresentante dell’università professor Marco Dolci, che si occuperanno di un nuovo programma sanitario, mentre sindaci di piccoli Comuni porteranno l’esperienza delle difficoltà dei loro territori”.Questa la dichiarazione di Alfonso Mascitelli. In lista anche Antonio Macera, segretario regionale dei Comunisti Italiani, insieme a alcuni rappresentanti del suo partito che hanno fatto la scelta di non disperdere la loro forza di rappresentanza. “E’ qualcosa che va oltre un semplice accordo politico, è un’intesa forte che parte dalle comuni battaglie, fatte negli anni, contro il precariato e la disoccupazione, a favore della difesa dell’ambiente e dell’acqua come bene pubblico, la protezione delle tutele sociali come diritti e non come concessioni clientelari”. Ha continuato Alfonso Mascitelli: “Vogliamo inviare due messaggi chiari e forti. Uno al candidato presidente Luciano D’Alfonso. Per il futuro l’Abruzzo non ha bisogno di un governatorissimo, di un uomo solo al comando circondato dal suo cerchio magico, come purtroppo ci ha tristemente abituato Chiodi, ma dell’autorevolezza di un presidente che sappia ben rappresentare l’Abruzzo facendo sentire tutti partecipi di uno straordinario progetto di cambiamento. Agli alleati invece diciamo che noi avremo un grande rispetto, non delle percentuali o dei rapporti di forza di chi ha la presunzione di credersi portatore di pacchetti di voti, ma avremo gran de rispetto della piena attuazione della dichiarazione d’intenti e di programmi che è stata sottoscritta insieme mesi orsono e presentata a tutti i cittadini come un impegno reale e concreto per il futuro”. Una dura critica è stata rivolta alla candidata presidente del Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi. “Trovo sconcertante la confessione pubblica di chi vuole candidarsi a cambiare l’Abruzzo, di aver dato 5 anni fa il proprio voto di fiducia a Gianni Chiodi. La scelta era tra la destra di Chiodi, a cui Berlusconi poggiava in segno di benedizione la mano sulla spalla, e un esponente dell’Italia dei Valori, un partito che all’epoca, si era nel 2008, era da solo in trincea a combattere contro le leggi-vergogna di Berlusconi e nelle piazze a raccogliere firme contro le centrali nucleari e a favore dell’acqua come bene pubblico. Se la candidata di M5S non capisce questa differenza abissale, non riesco a comprendere come pretende di governare il cambiamento nella nostra regione”. “Siamo pronti invece a confrontarci con gli amici di M5S sui problemi reali”, precisa Mascitelli, “La vera riduzione dei costi e degli sprechi della politica con una riforma radicale dei carrozzoni degli enti strumentali e delle società partecipate. Una legge moderna e innovativa sulla trasparenza nella gestione della cosa pubblica: ogni euro speso delle risorse pubbliche dovrà essere documentato e reso pubblico sui siti istituzionali. Infine, ci confronteremo sulle reali coperture economiche che andranno a sostenere un reddito di formazione professionale per i giovani e per i lavoratori che hanno perso la certezza del reddito dopo i 40 anni”.