Luigi Giacomo Passeri, un giovane di 31 anni originario di Pescara, è stato condannato all'ergastolo in Egitto, con 25 anni da scontare in carcere, dopo essere stato arrestato ad agosto 2023. Secondo la famiglia, Passeri è stato trovato in possesso di una quantità limitata di marijuana destinata all'uso personale, ma le autorità egiziane lo hanno accusato di traffico internazionale di stupefacenti, un'accusa che ha portato alla condanna pesante.
La sentenza è stata pronunciata il 19 agosto scorso al Cairo, dopo diversi rinvii, e ha scioccato la famiglia di Passeri, che attende di leggere le motivazioni ufficiali del verdetto. La famiglia di Passeri, attraverso un avvocato egiziano, sta cercando di ottenere l'estradizione in Italia e prevede di presentare ricorso in appello. Nel frattempo, hanno lanciato un appello alle autorità italiane affinché intervengano per riportare il giovane in Italia, sottolineando le difficili condizioni psicofisiche in cui si trova, tra cui presunte aggressioni subite durante la detenzione.
Sul piano politico, la vicenda ha attirato l'attenzione di vari esponenti, tra cui la consigliera comunale del Pd Michela Di Stefano, che ha presentato una mozione per sensibilizzare il sindaco di Pescara Carlo Masci e le autorità competenti. Anche il deputato Marco Grimaldi (Alleanza Verdi Sinistra) e il segretario regionale di Sinistra Italiana, Daniele Licheri, hanno espresso indignazione per la sentenza e per l'inerzia del governo italiano, sollecitando un intervento deciso per garantire il rispetto dei diritti umani di Passeri.
Le critiche si concentrano sul fatto che Passeri sarebbe stato detenuto senza accesso a traduttori e avvocati, in violazione delle "Regole Mandela" dell'ONU, che stabiliscono standard minimi per il trattamento dei detenuti. Gli esponenti politici hanno paragonato la vicenda a quelle di Giulio Regeni e Patrick Zaki, evidenziando la pericolosità del contesto egiziano per i diritti umani.