Violenza e disordini hanno scosso il carcere San Donato di Pescara nella serata di mercoledì 14 agosto, quando cinque detenuti di origine magrebina si sono barricati all'interno della loro cella, distruggendola completamente e appiccando un incendio in segno di protesta. I detenuti, già noti per aver provocato disordini simili in passato, hanno scelto di manifestare la loro frustrazione con un'azione estrema, creando un clima di caos all'interno della struttura. L'intervento tempestivo degli agenti di polizia penitenziaria è stato cruciale per tentare di ripristinare l'ordine e spegnere l'incendio, ma la situazione è rapidamente degenerata quando i detenuti hanno reagito con violenza.
Gli agenti sono stati aggrediti con graffi, pugni, calci e colpiti con armi rudimentali, trasformando l'operazione in una lotta per la sicurezza. Uno degli agenti è rimasto privo di conoscenza ed è stato immediatamente trasportato all'ospedale Santo Spirito, dove gli è stata diagnosticata una lussazione alla spalla e diverse ferite al gomito, richiedendo punti di sutura e una prognosi di 20 giorni. Altri tre agenti hanno riportato ferite, tra cui traumi alla mano e alla spalla, e una frattura alla mano, con prognosi variabili da 10 a oltre 30 giorni. Nonostante le difficoltà e l'aggressione subita, gli agenti sono riusciti a riprendere il controllo della situazione, evitando conseguenze ancora più gravi.
Giovanni Scarciolla, segretario provinciale del sindacato Sappe, ha denunciato l'escalation di violenza all'interno del carcere San Donato, sottolineando come i protagonisti di questi episodi siano spesso gli stessi detenuti, che continuano a creare disordini e a mettere a rischio la sicurezza della struttura. Scarciolla ha fatto appello ai vertici dell'amministrazione penitenziaria per un intervento immediato, chiedendo il trasferimento dei detenuti responsabili per prevenire ulteriori episodi di violenza. Inoltre, Scarciolla ha ribadito la necessità di dotare la polizia penitenziaria di strumenti adeguati per difendersi in situazioni critiche come queste, evidenziando la mancanza di taser, che potrebbero essere utili per gestire e neutralizzare le aggressioni senza rischiare l'incolumità degli agenti.