Durante un servizio di pattugliamento, intorno alla mezzanotte, i militari della sezione radiomobile scorgono un’auto sospetta, a bordo quattro individui. Da qui la decisione dei militari di bloccarla nei pressi delle casermette, sulla statale 80. È quanto accaduto due sere fa, l’auto era stata segnalata da alcuni cittadini che, così facendo, hanno contribuito ad alzare quella soglia di “sicurezza partecipata”.
A nulla sono valsi i tentativi del conducente dell’auto di eludere i controlli, azzardando una sosta “tattica” dietro le siepi di un parcheggio presente nella zona: l’autovettura, con targa straniera, è stata bloccata dai carabinieri, che hanno precluso ogni possibile via di fuga. L’uomo alla guida, fatto scendere dal mezzo insieme agli altri tre occupanti, ha tentato, in un primo momento, di opporsi all’identificazione brandendo all’indirizzo degli operanti un ago di una siringa, per poi desistere di fronte all’atteggiamento fermo e deciso degli stessi carabinieri, che subito hanno proceduto alla completa identificazione dei quattro - tre uomini e una donna,tutti georgiani, di età compresa tra i 19 e i 32 anni – e alla perquisizione sul posto, proseguita in caserma, dove i fermati sono stati successivamente accompagnati. Quanto rinvenuto nell’abitacolo dell’autovettura non ha affatto sorpreso gli agenti.
È praticamente spuntata fuori una vera e propria ferramenta con arnesi da scasso di ogni tipo e una serie di chiavi passe-partout, che consentono la manomissione delle serrature dei portoni d’ingresso alle abitazioni. Per tutti e quattro i fermati è scattata la denuncia per porto ingiustificato di arnesi atti allo scasso, mentre per l’uomo, che inizialmente si è opposto al controllo, è scattato l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale. Tutta l’attrezzatura rinvenuta, occultata perfino nel vano motore e sotto il pianale dell’auto, ancorata per mezzo di grosse calamite, è stata sottopostaa sequestro. Requisiti anche l’autoveicolo e svariati monili in oro giallo e alcuni orologi, per i quali sono stati attivati accertamenti tesi a stabilirne la provenienza e, in caso positivo, la restituzione ai legittimi proprietari.
L’esito dell’operazione di polizia giudiziaria è stato riferito al pm di turno alla procura della repubblica dell’Aquila, che ha ricevuto un dettagliato rapporto sul fatto. L’arrestato è attualmente trattenuto nelle camere di sicurezza del Comando Provinciale.