Nel mese di settembre, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pescara, grazie all’analisi di rischio condotta incrociando le risultanze delle banche dati a disposizione del Corpo ed attraverso un’articolata indagine di natura penale/tributaria, hanno individuato un noto imprenditore pescarese operante nel settore della somministrazione di pasti ed alimenti, il quale, attraverso tecnicismi contabili illeciti, ha costituito crediti fittizi nei confronti dell’Erario, che venivano poi utilizzati per evitare il versamento di rilevanti somme relative ad imposte e tasse dovute per diverse annualità. Nello specifico, il contribuente ha artatamente dichiarato di aver versato in annualità molto remote (primi anni 2000), imposte in eccedenza rispetto a quelle dovute. Tali somme, asseritamente versate, sono successivamente state utilizzate per compensare indebitamente IVA, IRES e IRPEF relativamente agli anni d’imposta 2017 e 2018. Le indagini hanno consentito di acclarare l’inesistenza di tali crediti e di denunciare il soggetto per compensazione di crediti inesistenti, reato previsto e punito dall’art. 10 quater del D.Lgs. 74/2000. L’ammontare dei tributi non versati è stato quantificato in 1,4 milioni di euro. La locale Procura della Repubblica, facendo proprie le tesi investigative del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, avanzava richiesta di sequestro al G.I.P. di Pescara, che disponeva l’applicazione della misura cautelare reale del sequestro preventivo anche per equivalente nei confronti del contribuente, per una ammontare pari al profitto del reato. Pertanto, nei giorni scorsi, le Fiamme Gialle hanno posto sotto sequestro disponibilità finanziarie ed immobili di proprietà o nella disponibilità dell’indagato per un ammontare pari a 1,4 milioni di euro. L’intensificazione della lotta all’evasione fiscale da parte della Guardia di Finanza di Pescara ha consentito, nel corso del solo 2019, di denunciare all’Autorità Giudiziaria 137 soggetti per reati penal-tributari, con proposte di sequestro del profitto dell’attività delittuosa per un ammontare complessivamente pari a circa 15 milioni di euro, a fronte dei quali sono stati già emessi provvedimenti di sequestro finalizzati alla confisca per oltre 4 milioni, fra beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, già sottoposti a sequestro. L’attività di servizio conferma ancora una volta l’impegno del Corpo nel contrasto ad ogni forma di illecito e di frode, a tutela delle entrate erariali, orientata all’effettivo e concreto recupero delle somme evase