Lunedì 25 Novembre 2024

Cronaca

Manoppello commemora i minatori di Marcinelle morti 67 anni fa in Belgio nella miniera del Bois du Cazier

08/08/2023 - Redazione AbruzzoinVideo
Manoppello commemora i minatori di Marcinelle morti 67 anni fa in Belgio nella miniera del Bois du Cazier

l sindaco Giorgio De Luca e il presidente del Consiglio Comunale Davide Iezzi presenti alla cerimonia nell’ex sito minerario di Charleroi

Trascorsi sessantasette anni è ancora viva la memoria dal disastroso incendio della miniera di carbone di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio, in cui persero la vita 262 minatori. Di questi 136 erano italiani e 60 erano abruzzesi, 22 di loro provenivano Manoppello per questo considerata “Città Martire”. Fu il terzo incidente minerario per il numero di morti italiani, dopo quelli negli Stati Uniti del 1907 a Monongah e del 1913 a Dawson.

Si è aperta con la lettura dei nomi dei caduti sul lavoro in Belgio, la cerimonia di commemorazione promossa come ogni anno dal Comune di Manoppello, proprio in piazza Marcinelle, dove una fontana ricorda il sacrificio dei lavori, divorati dal fuoco a 1035 metri di profondità che ha visto la partecipazione del prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo, del presidente della Regione Marco Marsilio, del presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, degli onorevoli Nazario Pagano e Guerino Testa, delle massime autorità provinciali e locali dell’Arma dei Carabinieri (con il comandante int. del Comando provinciale Carabinieri di Pescara colonnello Nicola Stangarone.

Presenti il comandate della compagnia di Popoli Maggior Giovanni Savini e del vicecomandante di stazione di Manoppello maresciallo Fabio Francano) e della Polizia di Stato con il questore di Pescara Luigi Liguori. Presenti dal Belgio, la consigliera del Comune di Charleroi del Bois du Cazier Line Manouvrier e Jean-Louis Delaet, direttore, fino ad aprile scorso, del Bois du Cazier, ex miniera e luogo della memoria, riconosciuto patrimonio mondiale Unesco nel 2012; e dal Trentino Alto Adige una delegazione guidata da Giovanna Chiarani, sindaca del Comune di Drena, Ginetta Santoni, assessora alla Cultura del Comune di Dro e Sebastiano Matteotti, presidente della Pro Loco Sant’Antonio Dro APS.

Alla cerimonia dedicata alla memoria della manoppellese Maria Di Valerio, la più giovane vedova di Marcinelle, recentemente scomparsa, ha preso parte la vedova Lucia Romasco che da 67 anni onora la memoria del marito Santino Di Donato, morto a 28 anni l’8 agosto 1956 con i familiari, figli, nipoti e pronipoti dei caduti di Marcinelle e Agostino Sacco, arrivato dalla Campania e fratello di Antonio, il più giovane minatore scomparso nella miniera di carbone a soli 16 anni. Con loro, insieme al vicesindaco del Comune di Manoppello Giulia De Lellis, agli assessori Roberto Cavallo, Maria Esposito e Antonio Costantini, al consigliere comunale Stefano Mancini, anche il sindaco di Turrivalignani Gianni Placido, Sandro Petaccia per l’associazione Marcinelle per non dimenticare e Roberta Iezzi responsabile dell’oratorio San Nicola.

La commemorazione di Manoppello si è aperta con la deposizione di una corona d’alloro al monumento in memoria delle vittime del Bois du Cazier ed è proseguita con i saluti istituzionali alla presenza dei familiari dei minatori manoppellesi. Tutti hanno ricordato le pessime condizioni di lavoro, la fame, la miseria. Fra loro, Lucia Romasco testimone della terribile esplosione al Bois du Cazier: aveva 21 anni e un figlio di 20 mesi, quando suo marito Santino Di Donato, che ne aveva 26, non tornò più dalla miniera mentre Gemma e Camilla Iezzi, figlie di Camillo, che oggi hanno chiesto pubblicamente che la Cappella di Marcinelle venga riconosciuta come Monumento nazionale. Contemporaneamente in Belgio, a Marcinelle, a ricordare quanti persero la vita nelle viscere della terra, nell’ex sito minerario, c’erano il sindaco di Manoppello Giorgio De Luca e il presidente del Consiglio Comunale Davide Iezzi che hanno incontrato, fra gli altri, le autorità del Belgio, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani e la regina Paola del Belgio e hanno portato il saluto dei manoppellesi nel corso della cerimonia celebrativa aperta dai 262 rintocchi di campana in ricordo delle vittime, scoccati proprio alle 8.10, ora in cui si consumò la tragedia 67 anni fa.

“L’incendio nella miniera di Marcinelle non costituì solo l’ennesimo tributo di migranti allo sviluppo economico europeo, ma anche il momento più drammatico di un’intera epopea migratoria degli italiani all’estero. Ricordare e omaggiare oggi le vittime del Bois du Cazier - ha detto il sindaco Giorgio De Luca - significa anche fare un’analisi critica sulle logiche di sfruttamento e i rischi sul lavoro. Voglio ricordare la testimonianza e il sorriso di Maria Di Valerio, che rimase vedova di Camillo Iezzi a soli 18 anni, scomparsa pochi giorni fa. Come ho avuto modo di dire in più occasioni – ha aggiunto il primo cittadino - il mio legame con Marcinelle oltrepassa il ruolo pubblico, collocandosi di fatto in una dimensione più intima, la stessa che coinvolge tanti cittadini di Manoppello e che appartiene al nostro vissuto di comunità, anche dopo 67 anni.”

“Oggi celebriamo con devozione le vittime di un disastro nazionale, esprimiamo vicinanza ai familiari dei caduti, ma, nel contempo, abbiamo il dovere di consegnare al futuro questo patrimonio imprescindibile di testimonianze, e dobbiamo farlo rinvolgendoci alle giovani generazione, entrando nelle scuole ­– ha detto il vicesindaco Giulia De Lellis da piazza Caduti Marcinelle a Manoppello - Non sarà mai sufficiente commemorare Marcinelle e ricordare quelle storie di fame e miseria, ma anche di grande dignità che interessano l’epopea migratoria italiana. Per questo a settembre una delegazione di studenti, associazioni di ex minatori e amministratori dei Comuni di Manoppello, Lettomanoppello, Turrivalignani, Serramonacesca visiterà il Bois du Cazier”. Al termine della cerimonia, i presenti si sono spostati nel vicino cimitero di Manoppello paese per un doveroso tributo ai defunti di Marcinelle che lì riposano, insieme, in una cappella che è stata recentemente ristrutturata dal Comune. Le celebrazioni proseguiranno in serata, alle 19.30, in vicolo San Nicola, con la presentazione del libro “Vite di miniera” alla presenza dell’autrice Vilma Calzà e si concluderanno in piazza Marcinelle con il concerto di Lara Molino, cantautrice abruzzese ed autrice singolo “8 agosto 1956” dedicato ai Caduti di Marcinelle. Prima del concerto sono previsti un momento di riflessione sul valore della memoria e della sicurezza nei luoghi di lavoro e la presentazione del video “8 agosto 1956” per la regia di Matteo Veleno, le cui immagini accompagnano il singolo di Lara Molino, una vera e propria poesia in musica, sottolineata dal suono di chitarra e fisarmonica.

Ma ricordiamo cosa accadde. Fu una delle più gravi tragedie minerarie della storia. Si verificò l’8 agosto 1956, nella miniera di carbone di Bois du Cazier (appena fuori la cittadina belga di Marcinelle) dove si sviluppò un incendio che causò una strage. 262 minatori morirono, per le ustioni, il fumo e i gas tossici. 136 erano italiani. Erano le 8 e 10 dell’8 agosto 1956 quando le scintille causate dal corto circuito fecero incendiare 800 litri di olio in polvere e le strutture in legno del pozzo. L’incendio si estese alle gallerie superiori, mentre sotto, a 1.035 metri sottoterra, i minatori venivano soffocati dal fumo. Solo sette operai riuscirono a risalire. In totale si salvarono in 12. Il 22 agosto, dopo due settimane di ricerche, mentre una fumata nera e acre continuava a uscire dal pozzo sinistrato, uno dei soccorritori che tornava dalle viscere della miniera non poté che lanciare un grido di orrore: «Tutti cadaveri!». In ricordo della tragedia, oggi la miniera Bois du Cazier è patrimonio Unesco. La tragedia della miniera di carbone di Marcinelle è soprattutto una tragedia degli italiani immigrati in Belgio nel dopoguerra. Tra il 1946 e il 1956 più di 140mila italiani varcarono le Alpi per andare a lavorare nelle miniere di carbone della Vallonia. Era il prezzo di un accordo tra Italia e Belgio che prevedeva un gigantesco baratto: l’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore. Il nostro Paese a quell’epoca soffriva ancora degli strascichi della guerra: 2 milioni di disoccupati e grandi zone ridotte in miseria. Nella parte francofona del Belgio, invece, la mancanza di manodopera nelle miniere di carbone frenava la produzione. Così si arrivò al durissimo accordo italo-belga.

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