Questa mattina personale della Squadra Mobile della Questura di Chieti, del Servizio Centrale Operativo e della Compagnia della Guardia di Finanza di Chieti, nell’ambito delle attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza che dispone misure cautelari coercitive, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Chieti Dott. Luca De Ninis, su richiesta avanzata dai P.M. titolari dell’indagine della locale Procura della Repubblica - Proc. Capo Francesco Testa e Sost. Proc. Dott. Giancarlo Ciani – nei confronti di 25 persone, resesi responsabili a vario titolo di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività illecita documentata ha consentito di individuare e disarticolare tre diversi sodalizi criminali, composti da soggetti italiani e albanesi, operanti nelle province di Chieti, Pescara e L’Aquila, dediti in forma continuativa alla detenzione ed allo spaccio delle sostanze stupefacenti. Il primo gruppo, individuato nel cd. “canale albanese”, la cui base operativa era stata impiantata in un’ampia e isolata tenuta agricola nel comune di Bucchianico (CH), è risultato essere composto perlopiù da personaggi di origine balcanica e gestito da un trentenne albanese - irregolare sul territorio dello Stato – a capo di una fitta rete di spaccio messa in atto soprattutto sul territorio teatino.
Il secondo gruppo, indicato quale “gruppo scalino,” e perlopiù composto da soggetti caratterizzati dall’appartenenza alla tifoseria organizzata della Chieti Calcio “89 mai domi”, aveva impiantato il proprio quartier generale in due noti locali ubicati in Chieti Scalo, il Pub “The Wanted” ed il ristorante Braceria “Bulldozer”. Era proprio in queste due fiorenti attività commerciali che giungevano e poi venivano lavorate e smistate per lo spaccio al minuto ingenti partite di cocaina destinate prioritariamente alla movida teatina. Proprio per la particolare ermeticità di tale gruppo, si è fatto ricorso all’intervento di agenti undercover del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato che, anche attraverso l’utilizzo di telecamere nascoste, ha consentito di disvelare la fitta rete di spaccio gravitante attorno ai due locali, consentendo di acquisire quelle sostanziali fonti di prova sull’attività illecita svolta nei due predetti locali commerciali. Nel corso delle indagini, veniva, inoltre, individuato il cd. “gruppo pescarese” al quale si giungeva attraverso approfondimenti investigativi svolti sul conto di una persona, originaria di Cerignola (FG), di notevole spessore criminale il quale, tramite l’appoggio in questa provincia di una cittadina cubana, era in affari con due noti personaggi di spicco della malavita pescarese. Le complesse e articolate attività di indagini condotte hanno consentito nel corso delle indagini di eseguire 10 arresti in flagranza e di sequestrare oltre 32 Kg. di sostanza stupefacente del tipo marijuana, cospicui quantitativi di cocaina e hashish, nonché euro 73.000,00 in contanti, quale provento dell’illecita attività di spaccio.