Militari del NIPAAF, dopo un’attenta attività di indagine, hanno operato il sequestro preventivo di un’area di almeno 5.000 mc di terre e rocce da scavo utilizzate per lavori di consolidamento in assenza di idoneo titolo autorizzativo ambientale, in violazione dell’art. 44 lett. b) e c) del DPR 380/2001 ed hanno denunciato il proprietario dell’area in questione ed il tecnico incaricato dell’istruttoria urbanistico-edilizia al quale è stata contestata anche la violazione dell’art. 481 CP (falsità ideologica nell’esercizio della professione). Gli indagati rischiano l’arresto fino a due anni e un’ammenda da 15.493,00 € a 51.645,00 € per la violazione alla normativa ambientale citata.
L’area interessata, per la sua morfologia, è fortemente acclive e potenzialmente vocata a fenomeni di erosione e frana: i quantitativi di terra finora oggetto di accumulo, provenienti, tra l’altro, da un altro sito di cantiere, costituirebbero solo parte del materiale previsto dal Piano di utilizzo che, se strutturato in maniera non idonea, potrebbe minare la stabilità dell’intera zona. La profonda conoscenza del territorio ed un attento controllo operato dai militari hanno consentito di mettere in luce un modus operandi nell’utilizzo degli strumenti urbanistici (SCIA, CILA, permesso a costruire) non sempre consono a tutelare il territorio e a regolarne l’uso e le sue trasformazioni.